martedì 17 novembre 2020


 PREGARE NEL NOME DI CRISTO E IN ACCORDO ALLA VOLONTÀ’ DI DIO

    Nella notte che precedette la Sua crocifissione Gesù, disse ai suoi discepoli una parola meravigliosa che riguardava la preghiera:

«13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.» (Giov. 14:13-14)

La preghiera nel nome di Gesù è potente presso Dio.

 Dio prende piacere nel Suo Figlio Gesù Cristo. Dio lo ascolta sempre [1] e ascolta ogni la preghiera che gli viene rivolta nel nome del Figlio Suo Gesù. Nel Nome di Gesù, vi è un profumo, che rende gradita a Dio ogni preghiera che gli è rivolta e ogni richiesta fattagli.

 COSA SIGNIFICA PREGARE NEL NOME DI CRISTO?

 C'è una fragranza nel nome di Cristo che rende accettabile a Dio qualsiasi preghiera sia fatta nel Suo Nome.

 Abbiamo provato tante spiegazioni, che la maggior parte delle persone non riesce a comprendere. Eppure, non c’è nulla di mistico o di misterioso in questa espressione. 

Se uno è disposto a leggere (o meglio studiare) la Bibbia e di esaminare tutti i passaggi in cui si trova l’espressione «Nel mio Nome» o «nel Suo Nome», o espressioni simili, scoprirà, che questi hanno un significato che molto simile a l’uso corrente.

 Se vado in banca, ad esempio, con un assegno firmato da me e chiedo un pagamento a mio nome, se ho il denaro depositato in quella banca, l’assegno sarà onorato e pagato, diversamente no.

 Se invece, presento un assegno firmato da un’altra persona, è a suo nome che sto chiedendo; e non importa se io ho i soldi in questa o in un’altro istituto di credito, quello che importa è che quella persona abbia i soldi depositati in quella banca, fin tanto che, la persona che ha firmato l’assegno ha i soldi depositati, l’assegno sarà onorato.

 Se per esempio, vado alla First National Bank di Chicago e presento un assegno di cinquanta  dollari che ho firmato, senza aver depositato i soldi in quella banca, la cassiera mi dirà:

 «Mister M.Torrey, noi non possiamo pagarlo, perché voi non avete del denaro depositato in questa banca».

Se vado, invece alla First National Bank,  con un assegno di 5000 dollari pagabili a mio nome e firmati da uno dei più grandi depositari di quella banca, non mi domanderanno se io ho del denaro depositato nella loro banca, ma onoreranno quell'assegno immediatamente. 

 Allo stesso modo, quando vado alla Banca del Cielo, quando mi presento davanti a Dio in preghiera. Io non ho nessun deposito, non godo di assolutamente nessun credito e se mi presento nel mio nome, non ottengo assolutamente niente.

Al contrario, Gesù Cristo, gode di un credito illimitato in cielo, e mi ha concesso il privilegio di andare in quella banca, con degli assegni firmati a Suo Nome;  se dunque, mi presento a Suo Nome, le mie preghiere saranno onorate senza alcuna limitazione.

 Pregare nel Nome di Gesù Cristo, significa quindi pregare, basandosi non sui nostri meriti o sui nostri crediti, ma sui i Suoi. 

Significa è rinunciare al pensiero che ho un qualsiasi diritto da far valere davanti a Dio e (sapere) che, mi accosto a Dio, fondandomi esclusivamente sui diritti (e meriti) di Cristo.

 Pregare nel Nome di Cristo non consiste semplicemente nell'aggiungere alla mia preghiera una «formula» tipo «Chiedo queste cose nel Nome di Gesù».

 Posso, anche mettere queste parole nella mia preghiera, e tuttavia basarmi sempre sui i miei meriti (o presunti diritti)

Al contrario, posso anche omettere questa «formula» senza cessare di fondare la mia preghiera realmente sui meriti di Cristo.

 Ma quando mi avvicino veramente a Dio, basandomi non sui miei meriti, ma su quelli di Cristo, non sulle mie qualità, ma nel sangue dell'espiazione[2], (Eb 10:19) Dio (allora) mi ascolterà.

 Molte preghiere oggi sono vane perché gli uomini si avvicinano a Dio immaginando di avere qualche diritto su di Lui che lo obbligherebbe a esaudire le loro preghiere.

 Diversi anni fa, quando Mr. Moody era all'inizio dell'opera di Cristo, visitò una città dell'Illinois. C'era un giudice incredulo in città.

 La moglie di questo giudice supplicò Mr. Moody di far visita a suo marito, ma egli gli disse:

 “ Io non posso fare un conversazione con vostro marito; io non sono che un giovane cristiano senza istruzione e vostro marito, invece è un incredulo letterato (cioè istruito).

 Questa, non era una donna che accettava un facile rifiuto e alla fine Mr. Moody fece visita. I chierici della città, sogghignarono quando videro il giovane venditore di Chicago entrare nell'ufficio per parlare con il giudice istruito.

 La conversazione fu breve. Mr. Moody disse: Signor Giudice, io non posso sostenere una conversazione con voi; voi siete incredulo ed istruito e io non ho istruzione. Voglio semplicemente dirvi che, se mai vi convertirete, vi chiedo di farmelo sapere.

 Il Giudice rispose: «Bene, è inteso, giovane uomo! Se mai mi converto, v’informerò, ve lo prometto».

 La conversazione finì là. I chierici sogghignarono ancora più forte, quando videro il giovane zelante cristiano lasciare l’ufficio. 

Il giudice si convertì nel corso dell’anno. Mr. Moody, visitando di nuovo la città, al giudice di spiegargli come era successo.

 Il giudice disse: «Una sera, mentre mia moglie era ad una riunione di preghiera, io cominciai  a disagio e tristemente infelice. Non sapevo quello che avevo, ma alla fine mi ritirai nella mia camera prima del ritorno di mia moglie. Non potei dormire quella notte.

 Il giorno dopo mi alzai presto, dissi a mia moglie che non avrei fatto colazione e scesi in ufficio. Congedai i chierici, e mi ritirai nel mio ufficio privato. 

Mi sentivo sempre più infelice e finalmente caddi sulle mie ginocchia e domandai a Dio di perdonare i miei peccati, ma non volevo dire «nel nome di Gesù» perché ero un «unitario» e non credevo nell'espiazione del Sangue di Gesù. Continuai a pregare:

 «O Dio, perdona i miei peccati», ma non ricevevo nessuna risposta. Alla fine, disperato, gridai: «O Dio, nel nome di Gesù, perdona i miei peccati» e subito dopo trovai la pace del cuore!»

Il giudice non ebbe accesso a Dio fino a quando non si accostò nel Nome di Gesù Cristo, notiamo che, appena lo fece, subito fu ascoltato ed esaudito.

 2.— L’apostolo Giovanni nella sua prima lettera, getta un agrande luce su soggetto del «Come pregare» con queste parole:

 «14 Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. 15 Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste.» (1Gv 5: 14-15)

 Questo passaggio c’insegna chiaramente che per pregare nel modo giusto, dobbiamo pregare secondo la «Volontà di Dio». 

Allora senza alcun dubbio, noi otterremo le cose che gli abbiamo domandato.

 -       Ma, possiamo conoscere la volontà di Dio?

- Possiamo sapere se qualche particolare preghiera è conforme alla Sua volontà? Certo che sì, che lo possiamo sapere. Come?

   Prima di tutto, possiamo conoscer la volontà di Dio per mezzo della Parola di Dio. Se qualcosa è specificamente promesso nella Parola di Dio, sappiamo che è Sua volontà concederlo. 

    Se dunque, quando io prego, posso trovare qualche promessa precisa della Parola di Dio e porla davanti a Dio, io so che Egli mi ascolta e, se mi ascolta, so anche di avere già le cose che gli ho chiesto. 

    Per esempio, se prego per ottenere la sapienza, io so che è la volontà di Dio darmi la sapienza, perché in Giacomo 1:5 è scritto: «Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data.» 

   Quando chiedo saggezza, io so che la sapienza mi sarà donata. Allo stesso modo, quando prego per ottenere lo Spirito Santo, io so che è la volontà di Dio  che la mia preghiera sia ascoltata ed esaudita e ricevo l’oggetto della mia richiesta, infatti è scritto: 

«  Se voi, dunque, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre celeste donerà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono(Luca 11:13) 

   Qualche anno fa, un servitore di Dio venne da me alla fine di un messaggio sulla preghiera, predicato presso l’Unione Cristiana dei Giovani Uomini e mi disse:  

   Voi avete dato a questi giovani l’impressione che essi possono domandare a Dio, delle cose precise e ottenere le cose che domandano. Non so, risposi, se questa è l’impressione che ho dato, ma è certamente quella che volevo produrre.   

  Riprese a dire “non è corretto. Non possiamo essere sicuri, perché non conosciamo la volontà di Dio”.

   Immediatamente, gli mostrai Giacomo 1:5 e leggendolo gli dissi: «Non è la volontà di Dio darci sapienza ? E se voi gliela chiedete, non lo otterrete?»   

A   Alcuni anni fa un servitore di Dio venne da me alla fine di un messaggio di preghiera dato in un'unione cristiana dei Giovani Uomini e disse:  

   Hai dato a questi giovani l'impressione di poter chiedere, cose specifiche e ottenere proprio le cose che chiedono.

"Non so, " risposi, "se questa è l'impressione che ho fatto, ma è certamente quella che volevo fare". “Ma”, ha detto, “non è corretto. Non possiamo esserne sicuri perché non conosciamo la volontà di Dio.

L'ho rispedito immediatamente a Giacomo 1: 5. L'ho letto e gli ho detto:

"Non è volontà di Dio darci saggezza e se chiedi saggezza, non sai che la otterrai?" Ah! Disse, noi ignoriamo cosa sia la saggezza. "Evidentemente", risposi, "se lo sapessimo, non avremmo bisogno di chiederlo, ma qualunque cosa essa sia, sappi che se chiedi, l’otterrai?"

 È certamente un nostro privilegio essere in grado di potere conoscere la Volontà di Dio e quando abbiamo una promessa precisa nella Parola di Dio, se dubitiamo che quella sia la volontà di Dio o se noi dubitiamo che Dio voglia far le cose che gli domandiamo, allora facciamo Dio bugiardo.

 Ecco uno dei più grandi segreti della preghiera vittoriosa: studiare le Scritture per conoscere quale sia la Volontà di Dio e come lei si trova rivelata nelle Sue Promesse per poi, con semplicità, afferrare queste promesse e dispiegarle davanti a Dio in preghiera, confidando fermamente, in maniera assoluta che Egli farà come ha promesso nella Sua Parola.

 C'è ancora un altro mezzo per conoscere la volontà di Dio ed è per mezzo dell’insegnamento  dello Spirito Santo. Noi abbiamo bisogno di molte cose che dobbiamo ricevere da Dio e che non sono coperte da nessuna promessa speciale ma, in ogni caso, non siamo lasciati nell'ignoranza della volontà di Dio.

 

In Romani 8:26-27 c’è detto:

 

«26 Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede egli stesso per noi con sospiri ineffabili; 27 e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio»

 Ci viene detto chiaramente, in questo passaggio della Scrittura che, lo Spirito di Dio in noi, suscita la preghiera, orientandola, secondo il volere di Dio.

 Quando siamo così condotti dallo Spirito di Dio in una direzione qualunque, o a pregare per qualsiasi oggetto indicatoci, possiamo farlo, avendo la piena sicurezza che è la volontà di Dio e che noi possiamo ottenere le cose che gli stiamo domandando, benché, non ci siano promesse specifiche che coprono il caso.

 Spesso Dio ci carica, per il Suo Spirito, di un pesante fardello di preghiera per una certa persona. Non abbiamo riposo, e preghiamo per questa persona con sospiri ineffabili o che non si possono esprimere.  Può capitare che la persona sia, di là dalla nostra portata (cioè che non possiamo metterla in contatto), ma Dio ascolta la nostra preghiera, e succede che dopo non molto tempo, veniamo a sapere che essa si è effettivamente convertita.

  Questo passaggio di 1Giovanni 5:14-15

 «14 Questa è la sicurezza che abbiamo davanti a lui: se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. 15 E se sappiamo che egli ci esaudisce in qualunque cosa gli chiediamo, noi sappiamo di avere le cose che gli abbiamo chiesto.» (N.D.)  

 È, uno dei più abusati di tutta la Bibbia. Nello stesso tempo, senza dubbio alcuno, lo Spirito Santo , lo ha posto nella Bibbia per incoraggiare la nostra fede. Esso incomincia dicendo: «Noi abbiamo davanti a Lui (a Dio) questa certezza … questa fiducia questa sicurezza …» e finisce dicendo: «noi sappiamo di possedere (o avere)  le cose che gli abbiamo domandato»; ma, s’impiega spesso per introdurre un elemento d’incertezza nelle nostre preghiere, mentre questo passaggio, ci viene dato, ed è manifesto, per generare una certezza di fede.

 Capita, frequentemente, ch quando qualcuno comincia a pregare con una sicurezza crescente, qualche fratello prudente viene da lui a dire: «Andiamo, non essere troppo sicuro. Se è la volontà di Dio, Egli lo farà. Ma dovresti aggiungere alla tua preghiera: « Se è la Tua volontà».

 Senza dubbio, accade che non conosciamo sempre la perfetta volontà di Dio e in ogni preghiera, la sottomissione alla volontà di Dio, deve essere sottintesa; ma, quando la conosciamo  (chiaramente) non ci devono essere «se».

 Questo passaggio non è stato messo nella Bibbia perché introducessimo dei «se» nelle nostre preghiere, ma affinché, li gettassimo tutti al vento, perché noi abbiamo «la certezza, la sicurezza» e «sappiamo» che le nostre preghiere sono esaudite e possediamo le cose che gli abbiamo domandato.

  Reuben A. Torrey dal libro: « Come pregare»

 


[1] Gesù, alzati gli occhi al cielo, disse: «Padre, ti ringrazio perché mi hai esaudito42 Io sapevo bene che tu mi esaudisci sempre; ma ho detto questo a motivo della folla che mi circonda, affinché credano che tu mi hai mandato». (Giovanni 11:41-42)

[2] Ebrei 10:19 Avendo dunque, fratelli, libertà di entrare nel luogo santissimo per mezzo del sangue di Gesù…

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