PREGARE NEL NOME DI CRISTO E IN ACCORDO ALLA VOLONTÀ’ DI DIO
Nella notte che precedette la Sua crocifissione Gesù, disse ai suoi discepoli una parola meravigliosa che
riguardava la preghiera:
«13 e quello che chiederete nel
mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel
Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.» (Giov.
14:13-14)
La preghiera nel nome di Gesù è potente presso Dio.
Dio prende piacere nel Suo Figlio Gesù Cristo. Dio lo ascolta sempre e ascolta ogni la
preghiera che gli viene rivolta nel nome del Figlio Suo Gesù. Nel Nome di Gesù, vi è un profumo, che rende
gradita a Dio ogni preghiera che gli è rivolta e ogni richiesta fattagli.
COSA
SIGNIFICA PREGARE NEL NOME DI CRISTO?
C'è una fragranza nel
nome di Cristo che rende accettabile a Dio qualsiasi preghiera sia fatta nel
Suo Nome.
Abbiamo provato tante
spiegazioni, che la maggior parte delle persone non riesce a comprendere. Eppure, non
c’è nulla di mistico o di misterioso in questa espressione.
Se uno è disposto a
leggere (o meglio studiare) la Bibbia
e di esaminare tutti i passaggi in cui si trova l’espressione «Nel mio Nome» o
«nel Suo Nome», o espressioni simili, scoprirà, che questi hanno un
significato che molto simile a l’uso corrente.
Se vado in banca, ad esempio, con un
assegno firmato da me e chiedo un pagamento a mio nome, se ho il denaro depositato
in quella banca, l’assegno sarà onorato e pagato, diversamente no.
Se invece,
presento un assegno firmato da un’altra persona, è a suo nome che sto
chiedendo; e non importa se io ho i soldi in questa o in un’altro istituto di credito, quello che
importa è che quella persona abbia i soldi depositati in quella banca, fin
tanto che, la persona che ha firmato l’assegno ha i soldi depositati, l’assegno
sarà onorato.
Se per esempio, vado
alla First National Bank di Chicago e presento un assegno di cinquanta dollari che ho firmato, senza aver depositato i soldi in quella banca, la cassiera mi dirà:
«Mister M.Torrey, noi
non possiamo pagarlo, perché voi non avete del denaro depositato in questa
banca».
Se vado, invece alla First
National Bank, con un assegno di 5000
dollari pagabili a mio nome e firmati da uno dei più grandi depositari di
quella banca, non mi domanderanno se io ho del denaro depositato nella loro
banca, ma onoreranno quell'assegno immediatamente.
Allo stesso modo,
quando vado alla Banca del Cielo, quando mi presento davanti a Dio in
preghiera. Io non ho nessun deposito, non godo di assolutamente nessun credito
e se mi presento nel mio nome, non ottengo assolutamente niente.
Al contrario, Gesù Cristo, gode
di un credito illimitato in cielo, e mi ha concesso il privilegio di andare in
quella banca, con degli assegni firmati a Suo Nome; se dunque, mi presento a Suo Nome, le mie
preghiere saranno onorate senza alcuna limitazione.
Pregare nel Nome di
Gesù Cristo, significa quindi pregare, basandosi non sui nostri meriti o sui
nostri crediti, ma sui i Suoi.
Significa è rinunciare al pensiero che ho un qualsiasi diritto
da far valere davanti a Dio e (sapere)
che, mi accosto a Dio, fondandomi esclusivamente sui diritti (e meriti) di Cristo.
Pregare nel Nome di Cristo
non consiste semplicemente nell'aggiungere alla mia preghiera una «formula»
tipo «Chiedo queste cose nel Nome di Gesù».
Posso, anche mettere
queste parole nella mia preghiera, e tuttavia basarmi sempre sui i miei meriti (o presunti diritti).
Al contrario,
posso anche omettere questa «formula» senza cessare di fondare la mia preghiera
realmente sui meriti di Cristo.
Ma quando mi avvicino
veramente a Dio, basandomi non sui miei meriti, ma su quelli di Cristo, non
sulle mie qualità, ma nel sangue dell'espiazione, (Eb
10:19) Dio (allora) mi ascolterà.
Molte preghiere oggi
sono vane perché gli uomini si avvicinano a Dio immaginando di avere qualche
diritto su di Lui che lo obbligherebbe a esaudire le loro preghiere.
Diversi anni fa, quando
Mr. Moody era all'inizio dell'opera di Cristo, visitò una città dell'Illinois.
C'era un giudice incredulo in città.
La moglie di questo
giudice supplicò Mr. Moody di far visita a suo marito, ma egli gli disse:
“ Io
non posso fare un conversazione con vostro marito; io non sono che un giovane
cristiano senza istruzione e vostro marito, invece è un incredulo letterato (cioè istruito).
Questa, non era una
donna che accettava un facile rifiuto e alla fine Mr. Moody fece visita. I chierici della città, sogghignarono quando videro il
giovane venditore di Chicago entrare nell'ufficio per parlare con il giudice
istruito.
La conversazione fu
breve. Mr. Moody disse: Signor Giudice, io non posso sostenere una
conversazione con voi; voi siete incredulo ed istruito e io non ho istruzione. Voglio
semplicemente dirvi che, se mai vi convertirete, vi chiedo di farmelo sapere.
Il Giudice rispose:
«Bene, è inteso, giovane uomo! Se mai mi converto, v’informerò, ve lo prometto».
La conversazione finì
là. I chierici sogghignarono ancora più forte, quando videro il giovane zelante
cristiano lasciare l’ufficio.
Il giudice si convertì nel corso dell’anno. Mr.
Moody, visitando di nuovo la città, al giudice di spiegargli come era successo.
Il giudice disse: «Una
sera, mentre mia moglie era ad una riunione di preghiera, io cominciai a disagio e tristemente infelice. Non sapevo
quello che avevo, ma alla fine mi ritirai nella mia camera prima del ritorno di
mia moglie. Non potei dormire quella notte.
Il giorno dopo mi alzai
presto, dissi a mia moglie che non avrei fatto colazione e scesi in ufficio.
Congedai i chierici, e mi ritirai nel mio ufficio privato.
Mi sentivo sempre
più infelice e finalmente caddi sulle mie ginocchia e domandai a Dio di
perdonare i miei peccati, ma non volevo dire «nel nome di Gesù» perché ero un
«unitario» e non credevo nell'espiazione del Sangue di Gesù. Continuai a
pregare:
«O Dio, perdona i miei
peccati», ma non ricevevo nessuna risposta. Alla fine, disperato, gridai: «O
Dio, nel nome di Gesù, perdona i miei peccati» e subito dopo trovai la pace del
cuore!»
Il giudice non ebbe
accesso a Dio fino a quando non si accostò nel Nome di Gesù Cristo, notiamo
che, appena lo fece, subito fu ascoltato ed esaudito.
2.— L’apostolo Giovanni nella sua prima lettera, getta un agrande luce
su soggetto del «Come pregare» con queste parole:
«14 Questa è la fiducia che abbiamo in lui: che se
domandiamo qualche cosa secondo la sua
volontà, egli ci esaudisce. 15 Se
sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che gli chiediamo, noi sappiamo di aver
le cose che gli abbiamo chieste.» (1Gv 5: 14-15)
Questo passaggio c’insegna
chiaramente che per pregare nel modo giusto, dobbiamo pregare secondo la
«Volontà di Dio».
Allora senza alcun dubbio, noi otterremo le cose che gli
abbiamo domandato.
- Ma, possiamo conoscere
la volontà di Dio?
- Possiamo sapere se qualche particolare
preghiera è conforme alla Sua volontà? Certo che sì, che lo
possiamo sapere. Come?
Prima di tutto, possiamo conoscer la volontà di Dio per mezzo della Parola di Dio. Se qualcosa è specificamente promesso nella Parola di Dio, sappiamo che è Sua volontà concederlo.
Se dunque, quando io prego, posso trovare qualche promessa precisa della Parola di Dio e porla davanti a Dio, io so che Egli mi ascolta e, se mi ascolta, so anche di avere già le cose che gli ho chiesto.
Per esempio, se prego per ottenere la sapienza, io so che è la volontà di Dio darmi la sapienza, perché in Giacomo 1:5 è scritto: «Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data.»
Quando chiedo saggezza, io so che la sapienza mi sarà donata. Allo stesso modo, quando prego per ottenere lo Spirito Santo, io so che è la volontà di Dio che la mia preghiera sia ascoltata ed esaudita e ricevo l’oggetto della mia richiesta, infatti è scritto:
« Se voi, dunque, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre celeste donerà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!» (Luca 11:13)
Qualche anno fa, un servitore di Dio venne da me alla fine di un messaggio sulla preghiera, predicato presso l’Unione Cristiana dei Giovani Uomini e mi disse:
Voi avete dato a questi giovani l’impressione che essi possono domandare a Dio, delle cose precise e ottenere le cose che domandano. Non so, risposi, se questa è l’impressione che ho dato, ma è certamente quella che volevo produrre.
Riprese a dire “non è corretto. Non possiamo essere sicuri, perché non conosciamo la volontà di Dio”.
Immediatamente, gli mostrai Giacomo 1:5 e leggendolo gli dissi: «Non è la volontà di Dio darci sapienza ? E se voi gliela chiedete, non lo otterrete?»
A Alcuni anni fa un servitore di Dio venne da me alla fine di un messaggio di preghiera dato in un'unione cristiana dei Giovani Uomini e disse:
Hai dato a questi
giovani l'impressione di poter chiedere, cose specifiche e ottenere proprio le
cose che chiedono.
"Non so, "
risposi, "se questa è l'impressione che ho fatto, ma è certamente quella
che volevo fare". “Ma”, ha detto, “non è
corretto. Non possiamo esserne sicuri perché non conosciamo la volontà di Dio.
L'ho rispedito
immediatamente a Giacomo 1: 5. L'ho letto e gli ho detto:
"Non è volontà di
Dio darci saggezza e se chiedi saggezza, non sai che la otterrai?" Ah! Disse, noi
ignoriamo cosa sia la saggezza. "Evidentemente",
risposi, "se lo sapessimo, non avremmo bisogno di chiederlo, ma qualunque
cosa essa sia, sappi che se chiedi, l’otterrai?"
È certamente un nostro
privilegio essere in grado di potere conoscere la Volontà di Dio e quando
abbiamo una promessa precisa nella Parola di Dio, se dubitiamo che quella sia
la volontà di Dio o se noi dubitiamo che Dio voglia far le cose che gli
domandiamo, allora facciamo Dio bugiardo.
Ecco uno dei più grandi segreti della preghiera vittoriosa: studiare le Scritture
per conoscere quale sia la Volontà di Dio e come lei si trova rivelata nelle Sue
Promesse per poi, con semplicità, afferrare queste promesse e dispiegarle
davanti a Dio in preghiera, confidando fermamente, in maniera assoluta che Egli
farà come ha promesso nella Sua Parola.
C'è ancora un altro mezzo per conoscere la volontà di Dio ed è per
mezzo dell’insegnamento dello Spirito
Santo. Noi abbiamo bisogno di molte cose che dobbiamo ricevere da Dio e che non
sono coperte da nessuna promessa speciale ma, in ogni caso, non siamo lasciati nell'ignoranza della volontà di Dio.
In Romani 8:26-27 c’è
detto:
«26 Allo stesso
modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non
sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede egli stesso per noi
con sospiri ineffabili; 27 e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio
dello Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio»
Ci viene detto chiaramente, in questo passaggio della Scrittura che, lo Spirito di Dio in noi, suscita la
preghiera, orientandola, secondo il volere di Dio.
Quando siamo così condotti
dallo Spirito di Dio in una direzione qualunque, o a pregare per qualsiasi
oggetto indicatoci, possiamo farlo, avendo la piena sicurezza che è la volontà
di Dio e che noi possiamo ottenere le cose che gli stiamo domandando, benché,
non ci siano promesse specifiche che coprono il caso.
Spesso Dio ci carica,
per il Suo Spirito, di un pesante fardello di preghiera per una certa persona. Non
abbiamo riposo, e preghiamo per questa persona con sospiri ineffabili o che non
si possono esprimere. Può capitare che la
persona sia, di là dalla nostra portata (cioè
che non possiamo metterla in contatto), ma Dio ascolta la nostra preghiera,
e succede che dopo non molto tempo, veniamo a sapere che essa si è
effettivamente convertita.
Questo passaggio di 1Giovanni 5:14-15
«14 Questa è la
sicurezza che abbiamo davanti a lui: se domandiamo qualche cosa secondo la sua
volontà, egli ci esaudisce. 15 E se sappiamo che egli ci esaudisce in qualunque cosa gli chiediamo, noi sappiamo di avere le cose che gli
abbiamo chiesto.» (N.D.)
È,
uno dei più abusati di tutta la Bibbia. Nello stesso tempo, senza dubbio alcuno,
lo Spirito Santo , lo ha posto nella Bibbia per incoraggiare la nostra fede.
Esso incomincia dicendo: «Noi abbiamo davanti
a Lui (a Dio) questa certezza … questa fiducia questa sicurezza …» e
finisce dicendo: «noi sappiamo di
possedere (o avere) le cose che gli
abbiamo domandato»; ma, s’impiega spesso per introdurre un elemento d’incertezza
nelle nostre preghiere, mentre questo passaggio, ci viene dato, ed è manifesto,
per generare una certezza di fede.
Capita, frequentemente,
ch quando qualcuno comincia a pregare con una sicurezza crescente, qualche
fratello prudente viene da lui a dire: «Andiamo, non essere troppo sicuro. Se è
la volontà di Dio, Egli lo farà. Ma dovresti aggiungere alla tua preghiera: «
Se è la Tua volontà».
Senza dubbio, accade
che non conosciamo sempre la perfetta volontà di Dio e in ogni preghiera, la
sottomissione alla volontà di Dio, deve essere sottintesa; ma, quando la
conosciamo (chiaramente) non ci devono
essere «se».
Questo passaggio non è
stato messo nella Bibbia perché introducessimo dei «se» nelle nostre preghiere,
ma affinché, li gettassimo tutti al vento, perché noi abbiamo «la certezza, la
sicurezza» e «sappiamo» che le nostre preghiere sono esaudite e possediamo le
cose che gli abbiamo domandato.
Reuben A. Torrey dal libro: « Come pregare»